Leggiamo le etichette

Ragazzo al supermercato

21 Febbraio 2021   Professoressa Rigobello Alimentazione

Progetto in collaborazione con MASTER NUTRIPESA
Nutrizione di popolazione, Educazione e Sicurezza Alimentare
Università degli Studi di Padova

a cura della Prof.ssa Maria Pia Rigobello

Al momento dell’acquisto di prodotti confezionati, in particolare se si tratta di cibi precotti, è sempre opportuno leggere attentamente tutte le informazioni scritte sull’etichetta o sulla confezione in modo da essere coscienti non solo della conservabilità del prodotto, e quindi entro quando sia opportuno o possibile consumarlo ma anche di ciò che contiene. È infatti importante fare attenzione anche a ciò che, oltre all’alimento vero e proprio, è presente nel prodotto e viene da noi ingerito più o meno inconsapevolmente come conservanti, antiossidanti, edulcoranti, coloranti, emulsionanti, gelificanti ecc. nei confronti dei quali il consumatore potrebbe avere una reazione avversa. Non sono da trascurare anche eventuali possibili contaminazioni con residui di altri alimenti lavorati con gli stessi macchinari e che potrebbero avere effetti avversi in caso di intolleranze o allergie. Ad esempio, in dolci che non la contengano palesemente tra gli ingredienti, tracce di frutta secca a guscio potrebbero avere effetti anche gravi in soggetti allergici alle arachidi o ad altro alimento di questo tipo. È per questo motivo che le etichette di molti produttori riportano la dicitura: può contenere tracce di…. che avverte il consumatore delle possibili contaminazioni.

 

Indicazioni nutrizionali

Naturalmente, per un controllo della propria alimentazione sono preziose anche le indicazioni nutrizionali come l’apporto calorico per unità di peso e il contenuto in glucidi, lipidi e proteine, e delle eventuali vitamine e sali minerali. Se è presente, deve essere specificata la sostanza, liquida o solida, nella quale è immerso l’alimento, ad esempio, nel caso del tonno, se è immerso nell’olio (e quale olio) o in salamoia o, nel caso della carne in scatola, la quantità di gelatina presente e, di conseguenza, deve poter essere individuato con chiarezza il peso dell’alimento vero e proprio contenuto nella confezione.

La confezione deve riportare anche il paese di origine e il luogo di provenienza e il nome o la ragione sociale del produttore. Quali indicazioni e come debbano essere riportate sulla confezione è chiaramente prescritto nel regolamento UE 1169 del 2011, mentre per le indicazioni nutrizionali e relative alla salute si fa riferimento al regolamento CE 1924 del 2006. Naturalmente per i prodotti non confezionati devono comunque essere disponibili le stesse informazioni alle quali il consumatore deve avere libero e facile accesso.

 

Allergeni

Gli alimenti più comuni che contengono allergeni ai quali alcuni sono sensibili, e quindi dei quali bisogna controllare l’eventuale presenza anche solo come possibili contaminazioni, potrebbero essere così raggruppati: cereali contenenti glutine (frumento, orzo, farro, segale, avena); pesce, crostacei e molluschi; arachidi e frutta a guscio (mandorle, nocciole, noci di vario tipo, pistacchi); lupini; sedano; semi di senape e sesamo; soia e derivati; latte e i latticini; alimenti contenenti anidride solforosa e solfiti, nitrati e nitriti. Nella maggior parte dei casi il consumatore sa di essere intollerante o allergico ad una particolare sostanza ed è abituato al controllo attento, ma è bene ricordare che, in caso di malessere dopo l’assunzione di uno degli alimenti di cui sopra, o di preparati da questi derivati, è opportuna un’indagine allergologica.

 

Data di scadenza

Circa la data che rappresenta la durata del prodotto e la sua consumabilità in sicurezza (rispettando attentamente le condizioni di conservazione indicate) bisogna distinguere tra l’espressione “da consumare entro il …” che rappresenta una data di scadenza perentoria oltre la quale non bisogna consumare l’alimento che potrebbe essere degradato e dannoso, e “da consumarsi preferibilmente entro il …” che invece rappresenta il “termine minimo di conservazione” o TMC, cioè una data entro la quale l’alimento deve avere le proprietà organolettiche integre, ma oltre la quale può comunque essere assunto dal consumatore senza rischi anche se dovesse avere subito qualche alterazione del colore, del sapore o dell’odore, ovviamente a meno di degradazione evidente del prodotto (muffe, o zone di putrefazione). Per carni, pesci, molluschi e crostacei crudi e congelati deve anche essere riportata la data del congelamento del prodotto fresco.

Devono essere specificate particolari sostanze che siano state addizionate all’alimento e che abbiano un qualche effetto sull’organismo di chi lo consuma come la caffeina nelle bibite oltre i 150 mg/l, oppure i fitosteroli per aiutare il controllo del colesterolo, la liquirizia oltre 10 mg/l o 100 mg/kg. Deve inoltre essere ben evidenziato se queste aggiunte rendano il consumo sconsigliato alle donne in gravidanza o allattamento e ai bambini al di sotto dei 5 anni.

 

Diciture nelle indicazioni nutrizionali

Per chi debba controllare la propria alimentazione sono molto importanti le indicazioni nutrizionali il cui modo di espressione è codificato come segue:

  • a basso contenuto calorico = non più di 20kcal/100 ml (liquidi) e di 40 kcal/100 g (solidi)
  • a ridotto contenuto calorico = riduzione di kcal di almeno il 30% rispetto al non trattato
  • senza (o zero) calorie = meno di 4 kcal/100 ml
  • a basso contenuto di zuccheri = non più di 5g/100 g (solidi) e di 2,5g/100ml (liquidi)
  • senza zuccheri = non più di 0,5 g/ 100g o 100ml
  • senza zuccheri aggiunti = contiene solo gli zuccheri già presenti nel prodotto di partenza
  • a basso contenuto di grassi = non più di 3 g/100g (solidi) o 1,5 g/100 ml (liquidi)
  • senza grassi = non più di 0,5 g/ 100 g o 100 ml
  • a basso contenuto di grassi saturi = meno di 1,5 g/100g (solidi) o 0,75 g/100 ml (liquidi)
  • alto contenuto di fibre = almeno 6 g /100 g o 3 g/100kcal
  • alto tenore proteico = almeno il 20% delle calorie è fornito da proteine
  • a contenuto ridotto (di una certa sostanza) = almeno il 30% in meno rispetto al prodotto non trattato
  • ad elevato contenuto di (vitamine o minerali) = almeno il 15% della dose giornaliera raccomandata di vitamina o il 30% di minerale
  • leggero o light = apporto energetico ridotto di almeno il 30% rispetto al non trattato
  • acidi grassi omega 3 = fonte di… se con almeno 0,3 g (o ricco di con almeno 0,6 g) di acido alfa linolenico /100 g o 100 kcal
  • ricco di grassi insaturi = i grassi insaturi forniscono almeno il 20% delle kcal dell’alimento

 

Certo non è possibile ricordare tutte queste indicazioni, ma non sarà difficile scegliere le voci da controllare in base alle proprie esigenze.

A ciò aggiungiamo che sulla confezione possono essere presenti le cosiddette “indicazioni sulla salute” come, ad esempio, “favorisce la robustezza ossea” riferito ad alimenti ricchi di calcio oppure, come nel caso dei fitosteroli, “riduce il colesterolo nel sangue”, affermazioni che devono essere autorizzate e inserite in un apposito elenco e che comunque devono essere sempre accompagnate da una dicitura che metta in evidenza come sia fondamentale  un’alimentazione opportunamente variata ed equilibrata da un punto di vista calorico sempre associata ad un modo di vita sano e ad una adeguata attività fisica.