Come Proteggere il proprio Animale Domestico dalle più Comuni Cause Autunnali di Avvelenamento

21 Ottobre 2022   Prof.ssa Rebecca Ricci Amici animali

Progetto in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute dell’Università degli Studi di Padova.

A cura della Prof.ssa Rebecca Ricci

Medico Veterinario Nutrizionista, PhD
European Specialist in Veterinary and Comparative Nutrition
Professore Associato
Dipartimento di Medicina Animale Produzioni e Salute
Università degli Studi di Padova
e-mail: rebecca.ricci@unipd.it

Sebbene il rischio di avvelenamento per i nostri animali domestici sia presente tutto l’anno, durante l’autunno e l’inverno aumenta la probabilità che essi abbiano accesso a diverse delle sostanze tossiche che più comunemente causano intossicazioni, anche potenzialmente fatali.

 

TIPI DI AVVELENAMENTO:

In primo luogo, con il calo delle temperature è facile ritrovarsi a utilizzare l’antigelo per riempire il radiatore dell’automobile.

Nell’antigelo è contenuto il glicole etilenico, una sostanza estremamente tossica per cani e gatti, da cui sono attratti a causa del suo sapore dolciastro. Per questo motivo, è fondamentale tenere l’antigelo fuori dalla portata degli animali domestici; inoltre, va prestata particolare attenzione quando lo si utilizza, evitando di rovesciarne anche minime quantità: è infatti sufficiente l’ingestione di pochi millilitri di glicole etilenico per causare un’insufficienza renale acuta e la morte di cani e gatti. I primi sintomi che compaiono dopo mezz’ora dall’ingestione sono rappresentati da incoordinazione nel movimento, convulsioni, debolezza e vomito; la cosa da fare in questi casi è portare immediatamente l’animale dal veterinario. Per fortuna, infatti, esiste un antidoto al glicole etilenico, ma purtroppo esso è efficace solo se somministrato nel giro di poche ore dall’avvelenamento.

Un’altra tipologia di avvelenamento il cui rischio aumenta in autunno è rappresentata dall’ingestione di funghi selvatici velenosi.

La complicanza che emerge nel caso dei funghi è rappresentata dal fatto che, data l’esistenza di migliaia di specie spesso molto simili fra di loro, soltanto un esperto può identificare con un buon grado di sicurezza la specie di un determinato fungo – e quindi la sua pericolosità se ingerito.

Nel caso in cui il proprio amico a quattro zampe mangi dei funghi di natura sospetta, è importante agire tempestivamente, raccogliendo il fungo consumato perché possa essere controllato da un esperto in seguito e portando l’animale dal veterinario per un controllo; in caso di necessità, si potrà procedere subito con l’induzione del vomito o la lavanda gastrica. Evidentemente, l’ideale sarebbe evitare che si verifichi un’eventualità del genere; per questo motivo durante le passeggiate in zone in cui possono crescere funghi bisogna controllare che il cane non mangi nulla di ciò che trova sul terreno (anche perché, oltre che di funghi, potrebbe trattarsi di altri oggetti pericolosi per la sua salute).

Anche l’intossicazione da ippocastano è tipicamente legata al periodo autunnale, quando da questi alberi ne cadono i semi che sono molto simili alle castagne comuni, ma non commestibili. Queste “finte castagne” contengono delle sostanze tossiche, in particolar modo l’esculina, che possono causare vomito e diarrea emorragica, dolore addominale, tremori muscolari e aumento della salivazione. Nonostante questa intossicazione non comporti in genere conseguenze particolarmente gravi, va comunque evitato che il cane consumi i semi dell’ippocastano.

Tramite gli appropriati percorsi educativi si può insegnare anche ai cani più indisciplinati come comportarsi correttamente durante le passeggiate, evitando di masticare e ingerire alimenti o oggetti trovati per strada; ma fino a che il cane non è correttamente addestrato, tenerlo al guinzaglio e/o utilizzare la museruola rappresentano le due tattiche più efficienti per controllare l’animale ed evitare che ingerisca sostanze indesiderate.

Infine, un altro tipo di avvelenamento la cui frequenza rischia di aumentare nei mesi autunnali è quello da paracetamolo.

Questo farmaco con cui siamo abituati a trattare i nostri stati influenzali è infatti estremamente tossico per i nostri amici a quattro zampe, in particolare per i gatti.

Gli animali domestici hanno infatti un metabolismo diverso dal nostro; perciò, è sempre essenziale consultare il Medico Veterinario prima di somministrar loro qualsiasi tipo di farmaco. È altrettanto importante tenere il paracetamolo fuori dalla loro portata per evitare che lo assumano accidentalmente; qualora ci si accorgesse che l’animale lo ha ingerito (i primi sintomi sono rappresentati da difficoltà respiratorie, gonfiore del muso, vomito), è essenziale portare con urgenza l’animale dal veterinario: proprio come nel caso del glicole etilenico si potrà infatti procedere con la somministrazione di un apposito antidoto, ma affinché sia efficace è necessario agire in fretta ricoverando l’animale il prima possibile.