
Progetto in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute dell’Università degli Studi di Padova.
A cura della Prof.ssa Rebecca Ricci
Medico Veterinario Nutrizionista, PhD
European Specialist in Veterinary and Comparative Nutrition
Professore Associato
Dipartimento di Medicina Animale Produzioni e Salute
Università degli Studi di Padova
e-mail: rebecca.ricci@unipd.it
Sterilizzazione e castrazione
Ogni proprietario di un cane o di un gatto prima o poi si chiederà se è opportuno castrare o sterilizzare il proprio animale domestico.
Queste pratiche, infatti, oltre a rappresentare un punto focale nella lotta al randagismo, permettono di andare incontro alle specifiche esigenze dell’animale e del proprietario. La castrazione (temine comunemente utilizzato per i maschi) e la sterilizzazione (per le femmine) hanno lo scopo primario di evitare calori, gravidanze e cucciolate indesiderate; in certe situazioni esse possono però essere motivate anche da una precisa e necessaria scelta terapeutica, come nel caso di patologie dovute all’influenza ormonale, quali la piometra o la gravidanza isterica.


Ma quali sono gli effetti della castrazione/sterilizzazione?
- Questo intervento permette di prevenire diverse patologie dell’apparato riproduttore (patologie sessualmente trasmissibili, tumori a carico degli organi che vengono rimossi) e nelle femmine gioca un ruolo anche nella prevenzione del tumore mammario.
- Esiste la possibilità che si verifichino delle alterazioni comportamentali, con lo sviluppo di un carattere tendenzialmente più tranquillo. Attenzione però a non considerare la castrazione la sola e definitiva soluzione per diminuire l’aggressività dell’animale: questa idea è obsoleta e per risolvere i problemi comportamentali nei pet va invece ricordata l’importanza di eseguire percorsi educativi al fianco di figure professionali esperte in comportamento animale.
- È comune osservare una rapida tendenza al sovrappeso. Molto spesso gli animali castrati/sterilizzati presentano più appetito e una conseguente maggiore predisposizione ad aumentare di peso. Questo, però, non deve rappresentare un motivo per escludere l’intervento: il sovrappeso può essere facilmente evitato nel cane e nel gatto castrato/sterilizzato riferendosi al proprio Medico Veterinario, il quale dovrà prontamente consigliare un nuovo piano alimentare adatto a rispettare i nuovi ridotti fabbisogni energetici dell’animale. A questo scopo, sarà necessario non solo rivalutare la quantità di alimento offerta giornalmente ma anche utilizzare mangimi specifici per animali castrati/sterilizzati, che sono meno calorici dei prodotti di mantenimento. Tutto ciò, associato ad un controllo periodico e regolare del peso dell’animale, eviterà di ritrovarsi con un animale sovrappeso a uno-due mesi dall’intervento. Rimane di fondamentale importanza assicurarsi che l’animale svolga quotidianamente un adeguato esercizio fisico, tramite giochi in casa e passeggiate all’aperto.
- In una piccola percentuale di casi, sia i maschi castrati che le femmine sterilizzate possono sviluppare una forma di incontinenza urinaria, tipicamente di lieve entità, che può essere limitata con degli appositi trattamenti farmacologici.
Sterilizzazione chimica
Esiste anche un’alternativa temporanea e “reversibile” all’intervento chirurgico, ovvero la sterilizzazione chimica. In questo caso si procede con l’innesto sottocutaneo dell’animale di un piccolo impianto che rilascia nel tempo un farmaco che va ad inibire la sintesi degli ormoni sessuali, per una durata tipicamente semestrale o annuale. Al termine del ciclo, se non si rinnova la procedura, il cane o il gatto tornerà ad acquisire tutte le funzioni sessuali tipiche di un animale “intero” che possedeva in precedenza.
In generale, la castrazione e la sterilizzazione rappresentano una pratica ormai di routine e la qualità di vita degli animali sottoposti a tale intervento non è inferiore a quella degli animali interi. Quando un animale entra a far parte della nostro nucleo familiare, è importante prendere in considerazione l’ipotesi dell’intervento e discuterne con il proprio Medico Veterinario.